martedì 29 maggio 2007

Pavia in generale


panorama pavia
Originally uploaded by Elenina2007
Pavia è una città della Lombardia, capoluogo di provincia, con 71.074 abitanti.
Si situa sulle rive del fiume Ticino, un poco a nord dalla confluenza nel Po, a 35 km a sud di Milano.
La fondazione risale all'epoca romana con il nome di Ticinum.

Fu capitale del regno longobardo. Dal Medioevo è sede di una delle più antiche università italiane. La città era fortificata fino al 1872, quando i bastioni sono stati trasformati in viali e giardini pubblici; gran parte delle mura, però, sopravvisse fino al 1901, quando fu abbattuta per costruire i viali di circonvallazione.
Città dalle antiche origini, offre diversi spunti culturali e turistici. In particolare, sono da visitare, fra gli altri, il Museo situato nel Castello visconteo, San Pietro in Ciel d'Oro, la Pinacoteca Malaspina, il Duomo, San Michele Maggiore, San Teodoro ed il famoso Ponte Coperto sul Ticino, oltre che il Palazzo Bottigella. A pochi chilometri dalla città è situata la Certosa di Pavia.
Pavia è il capoluogo di una fertile provincia dedicata soprattutto all'agricoltura (produzione di vino, riso e cereali). Poche sono le industrie; le principali attività della città sono l'Università e il Policlinico San Matteo.
Pavia è una delle tappe importanti sulla via Francigena, cammino di pellegrinaggio per Roma.

CASTELLO DI PAVIA




Il Castello di fu costruito da Galeazzo II Visconti tra il 1360 ed il 1366 sotto la guida dell'architetto Bernardo da Venezia. Ha la struttura classica dei castelli nobiliari della pianura lombarda: un quadrilatero dominato agli angoli da alte torri a pianta quadrata. Il lato settentrionale è ora mancante in quanto è stato demolito da Napoleone.

L'accesso al castello è protetto da un rivellino, posto sul ponte del fossato, dotato di ponte levatoio. Un altro ponte levatoio si trovava alle spalle del rivellino, in corrispondenza della porta.

Sulla sommità del rivellino, si trovava una struttura coperta dotata di feritoie da cui i difensori potevano controllare l'accesso.




La torre sud-orientale. Le torri sono aperte da una bifora per ogni piano. La stessa tipologia di finestre si distribuisce su due ordini anche sui lati del castello, con un effetto di grande omogeneità


La facciata interna del lato meridionale del castello è caratterizzata da una sequenza di quadrifore ad arco polilobato circondate da un grande arco a tutto tondo. Lo spazio tra l'arco e le finestre è occupato da tre oculi lavorati con un traforo a giorno.


Ecco qui un video bellssimo sul castello di Pavia!!!


PONTE COPERTO



PONTE COPERTO
Originally uploaded by Elenina2007
Il Ponte Coperto (detto anche Ponte Vecchio) è un ponte sul fiume Ticino a Pavia, che collega il centro storico cittadino (situato sulla riva sinistra del Ticino), con il quartiere pittoresco, originariamente fuori dalle mura periferiche della città, il Borgo Ticino. Il ponte è molto caratteristico, dotato di cinque arcate e completamente coperto con due portali alle estremità e una cappella al centro. Sebbene il ponte attuale sia stato costruito nel 1949, esso è la ricostruzione dell'antico Ponte Coperto, risalente al XIV secolo.

Già in epoca romana, nell'antica città di Ticinum, era presente un primo ponte che collegava le due rive del fiume all'altezza del moderno Ponte Coperto. Di questo ponte rimane, facilmente visibile nei periodi di magra, la base di un pilone centrale, in trachite dei colli Euganei. La direzione del pilone (WNW), leggermente disassata rispetto a quelli dei ponti medievale e moderno, indica che in epoca romana la direzione della corrente del fiume era diversa. Un altro pilone del ponte romano si poteva vedere fino a pochi anni fa presso la sponda sinistra, ma è stato coperto di terra per ampliare la riva. La costruzione del ponte romano si fa risalire all'epoca di Augusto.

IL PONTE DEL TRECENTO

Nel 1351 fu costruito sui ruderi del ponte romano un nuovo ponte, su progetto di Giovanni da Ferrara e di Jacopo da Cozzo. Il ponte, completato nel 1354, era coperto e dotato di dieci arcate irregolari e di due torri alle due estremità, che servivano per la difesa; l'aspetto di questo ponte, anche se con sole sei arcate, è visibile negli affreschi di Bernardino Lanzani (1524 circa) all'interno della chiesa di San Teodoro

IL PONTE CONTEMPORANEO
Nel 1949 si iniziò la costruzione del nuovo ponte, che fu inagurato nel 1951. Sul portale dalla parte della città un'epigrafe cita: "Sull'antico varco del ceruleo Ticino, ad immagine del vetusto Ponte Coperto, demolito dalla furia della guerra, la Repubblica Italiana riedificò".Il ponte attuale è stato costruito circa 30 metri a valle del precedente, ed è più largo e più alto rispetto a quello antico. Le arcate sono più larghe e inferiori in numero: cinque al posto di sette. Il ponte è ora anche più corto in quanto segue un percorso perpendicolare alla corrente del fiume, mentre quello antico seguiva la linea che congiunge Strada Nuova (dalla parte del centro) con Via dei Mille (dalla parte del Borgo Ticino).

Il quartiere di Pavia al di là del Ponte Coperto (sulla riva destra del Ticino) è chiamato Borgo Ticino. La parte più caratteristica del quartiere è quella situata sull'argine basso del Ticino; attraversando il ponte dal centro storico, la si raggiunge girando a sinistra.

LA CERTOSA

La Certosa di Pavia è un monastero, situato a circa 8 km a Nord di Pavia, risalente al XIV secolo. Rappresenta uno dei più importanti monumenti tardo-gotici italiani. La posizione originale del monastero era al margine del parco visconteo a nord del castello di Pavia; del parco sono oggi rimaste soltanto alcune parti (il Parco della Vernavola, a nord di Pavia) non più collegate al castello e alla Certosa.

La costruzione della Certosa di Pavia fu voluta da Gian Galeazzo Visconti, che inaugurò i lavori il 27 agosto 1396, ponendo la prima pietra del cantiere. La posizione era strategica: a metà strada tra Milano, capitale del ducato, e Pavia, la seconda città per importanza, dove il duca era cresciuto e dove aveva sede la corte, nello splendido castello visconteo. Il luogo scelto per la fondazione era un bosco all'estremo nord dell'antico parco visconteo, una vastissima area recintata che collegava il castello pavese con un'ampia area boschiva adibita alle cacce dei signori della Lombardia.
Inizialmente, durante la prima fase dei lavori, i monaci risiedettero nell'antico castello di Torre del Mangano, per poi occupare gli ambienti conventuali, i primi ad essere edificati. Secondo l'ipotesi di Luca Beltrami i primi sostegni dei chiostri, in attesa di più dignitose soluzioni architettoniche, furono dei piloni quadrati in laterizio.
Le funzioni religiose venivano provvisoriamente celebrate nel refettorio, l'unico ambiente dalle dimensioni adatte per accogliere l'intera comunità dei Certosini, fatta di monaci e fratelli conversi.
La chiesa, destinata a divenire mausoleo dinastico dei Duchi di Milano, era stata pensata in dimensioni grandiose, con una struttura a tre navate inusuale per l'ordine certosino e fu edificata per ultima. La navata fu progettata in stile gotico e la sua costruzione fu completata solo nel 1465. Tuttavia nel frattempo l'influenza del primo Rinascimento era divenuta importante in Italia e il resto della chiesa, con le sue gallerie ad archi e i pennacoli (inclusa la piccola cupola), e i chiostri furono riprogettati da Guiniforte Solari, che guidò i lavori tra il 1453 e il 1481, con dettagli in terracotta di rara bellezza e ricchezza. In seguito Giovanni Antonio Amadeo fu capo dei lavori, tra il 1481 e il 1499. Il 3 maggio 1497 la Chiesa venne consacrata. La parte inferiore della facciata fu completata nel 1507.I monaci certosini, ai quali il monastero era stato lasciato dal fondatore, erano legati ad una clausola che prevedeva l'uso di una parte dei loro ricchissimi proventi (campi, terreni, rendite ecc.) per continuare la costruzione del monastero. Anche quando la costruzione si sarebbe potuta definire completa, i monaci continuarono a elargire grandi somme di denaro per decorazioni aggiuntive: perciò la Certosa di Pavia contiene opere d'arte risalenti ad almeno quattro secoli (XV, XVI, XVII, XVIII secolo).
ILa certosa possiede anche un importante (e poco studiato) corpus di vetrate, realizzate su cartoni di importantissimi maestri attivi nel XV secolo in Lombardia, quali Zanetto Bugatto, Vincenzo Foppa, Bergognone e il savoiardo Hans Witz. Numerosissime sono anche le opere di intaglio, intarsio di legni (il bellissimo coro dei monaci) e marmi (i paliotti di numerosi altari). Un capolavoro di marmi, bronzi e pietre dure è il bellissimo altar maggiore, risalentea l tardo XVI secolo. Nella sacrestia vecchia è conservato lo splendido trittico in avorio e dente di ippopotamo, opera di Baldassarre degli Embriachi, donato alla Certosa da Gian Galeazzo Visconti. Non mancano neppure i capolavori di scultura bronzea, come i bellissimi candelabri di Annibale Fontana e la cancellata che divide la chiesa dei monaci da quella dei fedeli (XVII secolo)

Il Chiostro piccolo

Un portale elegante, con sculture sia all'esterno dei fratelli Cristoforo e Tommaso Mantegazza e all'esterno di (Giovanni Antonio Amadeo) conduce dalla chiesa al chiostro piccolo, uno degli ambienti più spettacolari della Certosa, al cui centro si trova un elegante giardino. Il chiostro piccolo era il fulcro della vita comunitaria dei padri, collegando con portici ambienti come la chiesa, la sala capitolare, la biblioteca ed il refettorio. Da esso si gode di una stupenda vista del fianco e del transettto della chiesa, con guglie, loggette quasi dal sapore neoromanico e lo spettacolare tiburio. Un tempo tutti i tetti erano ricoperti di rame, sequestrato durante le guerre napoleoniche per costruire cannoni. Gli ornamenti in terracotta sormontanti i sottili pilastri di marmo sono stati eseguiti da Rinaldo de Stauris tra il 1463 e il 1478; alcune delle arcate sono decorate da begli affreschi di Daniele Crespi, oggi in parte illeggibili. Sempre appartenente al complesso è il bellissimo lavabo in pietra e terracotta, con la rappresentazione della scena della Samaritana al Pozzo (terzo quarto del XV secolo).

Il Chiostro grande
Decorazioni simili, opera degli stessi scultori, sono presenti anche nel chiostro grande, lungo circa 125 metri e largo circa 100. Si affiaccino sul chiostro grande le elegantissime celle o casette, abitazioni di 24 monaci, ognuna costituita da tre stanze e un giardino. Di fianco all'ingresso delle celle, siglate da lettere dell'alfabeto, è collocata una piccola apertura entro cui il monaco riceveva il suo pasto giornaliero nei giorni feriali, in cui era prescritta la solitudine. Per i pasti comunitari, ammessi solo nei giorni festivi, ci si riuniva nel refettorio. Le colonne delle arcate, decorate da elegantissime ghiere in cotto, con tondi e statue di santi, profeti ed angeli, sono alternativamente in marmo bianco e marmo rosa di Verona.

DUOMO DI PAVIA



Il Duomo di Pavia è la più imponente chiesa di Pavia. La cattedrale, la cui costruzione è in alcuni particolari (rivestimenti marmorei) tuttora non completata, sebbene l'inizio dei lavori risalga al XV secolo sorge sul sito delle due preesistenti cattedrali romaniche (Santo Stefano e Santa Maria del Popolo). La cattedrale contiene le spoglie di San Siro, il primo vescovo di Pavia (III-IV secolo). A fianco del Duomo era situata la Torre Civica, di cui si ha menzione fin dal 1330, ulteriormente innalzata nel 1583 da Pellegrino Tibaldi e crollata il 17 marzo 1989.
Il monumento è un edificio di notevoli dimensioni. La pianta è a croce greca, con tre navate affiancate da cappelle semicircolari. Pertanto la chiesa presenta un'identica misura di lunghezza e di larghezza al transetto, pari a 80 metri. La navata centrale, di dimensioni doppie delle laterali e percorsa da due gallerie praticabili, è alta circa 30 metri. Con tali dimensioni, la Cattedrale di Pavia è tra i più imponenti templi a pianta centrale del nord Italia.

La costruzione della cattedrale iniziò nel 1488 sotto la direzione dell'architetto Cristoforo Rocchi, ben presto sostituito da Giovanni Antonio Amadeo e da Gian Giacomo Dolcebuono. Il progetto originale, con tre navate nell'asse longitudinale e nel transetto, affiancate da nicchie semicircolari e grande cupola centrale raccordata mediante nicchioni triangolari, riflette anche l'influenza decisa del Bramante, per il quale la cattedrale pavese costituì in pratica una prova generale per la nuova Basilica di San Pietro a Roma. Anche Leonardo da Vinci, in visita a Pavia durante le prime fasi dei lavori, diede il proprio contributo progettuale, pare per quanto riguarda la tecnica di fondazione. Parte dell'altare risale al 1521, di Gianpietrino Rizzi, allievo di Leonardo; un'altra parte si deve invece a Bernardino Gatti (1531). Il cantiere della cattedrale proseguì attraverso i secoli con alterne fortune, e se già nel XVII secolo la parte corrispondente al presbiterio fu completata, si deve al secolo successivo l'innalzamento del tamburo della cupola, e solo alla fine del 1800 la cupola stessa e la facciata furono completate.

venerdì 25 maggio 2007

il parco lombardo del ticino

Il Parco Lombardo della Valle del Ticino, la cui data di nascita ufficiale è il 9 gennaio 1974, è il più antico parco regionale d'Italia. Il parco è sito interamente in Lombardia ed interessa le province di Milano, Pavia e Varese, in un'area compresa tra il Lago Maggiore ed il Po. Confinante con esso è il Parco Naturale della Valle del Ticino in Piemonte, nato nel 1978.

Il parco Lombardo della Valle del Ticino ha una superficie complessiva pari a 91.140 ettari così suddivisi:
22.000 ettari sono a vocazione naturale, costituiscono gli ultimi lembi della foresta che duemila anni fa copriva quasi totalmente la Pianura Padana.
47.200 ettari sono dedicati alle attività agricole.
21.740 ettari sono urbanizzati.
L'area fluviale misura in linea d'aria oltre 100 km .Le rive sono lunghe oltre 280 km,la popolazione residente è di circa mezzo milione di abitanti. Data l'ampiezza del territorio presenta cinque diverse zone:
La valle incisa dal fiume e gli ambienti a lui legati.
I territori di pianura ricchi d'acqua.
La pianura a nord del Canale Villoresi (Gallarate e zona della brughiera).
La pianura del Castanese irrigata dal canale villoresi
Le prime colline moreniche del Varesotto.

Il Ticino è il fiume che attraversa la pianura lombarda dal Lago Maggiore al Po. Per la gente che ci abita vicino è il fiume azzurro che, scorrendo per secoli nella pianura, ha creato una valle stupenda fatta di boschi e terre fertili, ricca di lavoro e valori culturali. All'inizio la natura ha modellato da sola il paesaggio con ottimi risultati: con il tempo il terreno intorno all'acqua è diventato feritile, il suolo ricco di elementi nutritivi, la vegetazione rigogliosa, la fauna varia e numerosa. Quando l'uomo ha cominciato ad intervenire sul paesaggio, lo ha fatto per far posto a sé stesso e alle proprie attività. Per molto tempo è intervenuto senza rompere gli equilibri naturali e in armonia con l'ambiente. Successivamente macchie sempre più estese di agglomerati urbani, uniti a strade, ponti e ferrovie, hanno aggredito il paesaggio in modo violento e disordinato. Anche la varietà del territorio, che suggeriva impressioni di bellezza e di equilibrio, è stata sostituita dalla monotonia di coltivazioni estese. Un'industrializzazione e un'urbanizzazione senza regole rischiavano di danneggiare irrimediabilmente il ricchissimo patrimonio storico, antropico e naturale della zona. Alle proteste della gente, che cominciava a ribellarsi di fronte allo scempio del Ticino e della sua valle, organizzando movimenti e raccolte di firme, doveva necessariamente seguire una seria ed efficace politica ambientale. È proprio con l'obiettivo di tutelare l'uomo insieme al suo ambiente, che è nata e si è sviluppata l'attività del Parco del Ticino.

Fin dai tempi dei Romani quasi tutti i corsi d'acqua che scendono dalle Alpi sono stati oggetto di ricerca dell'oro. Dagli scritti di Plinio il Vecchio traspare che, già in epoca romana, migliaia di schiavi venissero impiegati nell'estrazione dell'oro nelle zone alluvionali della bassa Gallia (Piemonte e Lombardia occidentale). A testimonianza di ciò, nel territorio di Varallo Pombia, lungo un percorso di quasi due km, si possono osservare enormi cumuli di massi ammonticchiati, resti di antiche miniere d'oro a cielo aperto conosciuti come vie Aureofondine. Oggi la ricerca dell'oro alluvionale è un'attività di tipo naturalistico-amatoriale, non remunerativa ma fonte di emozioni e divertimento.

Gli habitat del parco.
L'uomo ha modificato profondamente il paesaggio della valle del Ticino, tuttavia nel Parco si possono ancora trovare aree non intaccate. Sono inoltre da ammirare micro ambienti vegetali creati artificialmente ricchi di vita, come le marcite o i corsi d'acqua irrigui.

Sui campi, arati e divenuti fertili, si sono seminate colture sempre più in maniera intensiva e specializzata; grano e farro sono stati ben presto sostituiti da mais e riso, da sole queste coltivazioni coprono oggi più dell' 80% della superficie coltivata. Da qualche anno sono arrivati anche i girasoli e la colza che dipingono di giallo le campagne, che in passato erano prerogativa del verde.

La natura del terreno, il clima caldo umido e la ricchezza di acque irrigue sono tra le condizioni fisiche e ambientali che hanno favorito la coltivazione del riso nell'area del vercellese, novarese e Lomellina. Il Ticino, attraverso la rete di canali della sponda piemontese, fornisce parte delle acque che hanno permesso alla risicoltura di diventare l'attività agricola principale del territorio. Molti animali trovano il loro habitat ideale nell'ambiente risicolo: vertebrati, invertebrati, anfibi e uccelli. Queste ultime specie, con rane e aironi, rappresentano le presenze che si notano maggiormente.

L'abbondanza di acqua e la presenza di fontanili ha determinato lo sviluppo delle "marcite", un tipo di prateria stabile irrigua che permette di incrementare il numero dei tagli d'erba fresca, rispetto a quelli dei prati tradizionali. L'acqua di fontana, che ha una temperatura fra 9 e 12 gradi centigradi anche in inverno, viene fatta scorrere sulla coltre erbosa. In questo modo l'erba viene difesa dal gelo e dalla neve e continua a crescere permettendo tagli anche fuori stagione. Le specie vegetali principali sono il trifoglio rosso , l'erba maggenga , ma anche il non ti scordar di me e il crescione.

Il Parco del Ticino è una delle aree della Pianura Padana che presenta un'ampia varietà di animali, comprese alcune specie scomparse altrove.
Mammiferi

Tra i mammiferi si possono osservare volpi,donnole,tassi, puzzole e faine. Dopo una lunga assenza sono ricomparsi alcuni esemplari di caprioli e cinghiali. Nei boschi sono piuttosto diffusi anche lo scoiattolo e il ghiro. Tra le specie molto comuni vi sono anche il coniglio selvatico e la lepre.