martedì 29 maggio 2007

LA CERTOSA

La Certosa di Pavia è un monastero, situato a circa 8 km a Nord di Pavia, risalente al XIV secolo. Rappresenta uno dei più importanti monumenti tardo-gotici italiani. La posizione originale del monastero era al margine del parco visconteo a nord del castello di Pavia; del parco sono oggi rimaste soltanto alcune parti (il Parco della Vernavola, a nord di Pavia) non più collegate al castello e alla Certosa.

La costruzione della Certosa di Pavia fu voluta da Gian Galeazzo Visconti, che inaugurò i lavori il 27 agosto 1396, ponendo la prima pietra del cantiere. La posizione era strategica: a metà strada tra Milano, capitale del ducato, e Pavia, la seconda città per importanza, dove il duca era cresciuto e dove aveva sede la corte, nello splendido castello visconteo. Il luogo scelto per la fondazione era un bosco all'estremo nord dell'antico parco visconteo, una vastissima area recintata che collegava il castello pavese con un'ampia area boschiva adibita alle cacce dei signori della Lombardia.
Inizialmente, durante la prima fase dei lavori, i monaci risiedettero nell'antico castello di Torre del Mangano, per poi occupare gli ambienti conventuali, i primi ad essere edificati. Secondo l'ipotesi di Luca Beltrami i primi sostegni dei chiostri, in attesa di più dignitose soluzioni architettoniche, furono dei piloni quadrati in laterizio.
Le funzioni religiose venivano provvisoriamente celebrate nel refettorio, l'unico ambiente dalle dimensioni adatte per accogliere l'intera comunità dei Certosini, fatta di monaci e fratelli conversi.
La chiesa, destinata a divenire mausoleo dinastico dei Duchi di Milano, era stata pensata in dimensioni grandiose, con una struttura a tre navate inusuale per l'ordine certosino e fu edificata per ultima. La navata fu progettata in stile gotico e la sua costruzione fu completata solo nel 1465. Tuttavia nel frattempo l'influenza del primo Rinascimento era divenuta importante in Italia e il resto della chiesa, con le sue gallerie ad archi e i pennacoli (inclusa la piccola cupola), e i chiostri furono riprogettati da Guiniforte Solari, che guidò i lavori tra il 1453 e il 1481, con dettagli in terracotta di rara bellezza e ricchezza. In seguito Giovanni Antonio Amadeo fu capo dei lavori, tra il 1481 e il 1499. Il 3 maggio 1497 la Chiesa venne consacrata. La parte inferiore della facciata fu completata nel 1507.I monaci certosini, ai quali il monastero era stato lasciato dal fondatore, erano legati ad una clausola che prevedeva l'uso di una parte dei loro ricchissimi proventi (campi, terreni, rendite ecc.) per continuare la costruzione del monastero. Anche quando la costruzione si sarebbe potuta definire completa, i monaci continuarono a elargire grandi somme di denaro per decorazioni aggiuntive: perciò la Certosa di Pavia contiene opere d'arte risalenti ad almeno quattro secoli (XV, XVI, XVII, XVIII secolo).
ILa certosa possiede anche un importante (e poco studiato) corpus di vetrate, realizzate su cartoni di importantissimi maestri attivi nel XV secolo in Lombardia, quali Zanetto Bugatto, Vincenzo Foppa, Bergognone e il savoiardo Hans Witz. Numerosissime sono anche le opere di intaglio, intarsio di legni (il bellissimo coro dei monaci) e marmi (i paliotti di numerosi altari). Un capolavoro di marmi, bronzi e pietre dure è il bellissimo altar maggiore, risalentea l tardo XVI secolo. Nella sacrestia vecchia è conservato lo splendido trittico in avorio e dente di ippopotamo, opera di Baldassarre degli Embriachi, donato alla Certosa da Gian Galeazzo Visconti. Non mancano neppure i capolavori di scultura bronzea, come i bellissimi candelabri di Annibale Fontana e la cancellata che divide la chiesa dei monaci da quella dei fedeli (XVII secolo)

Il Chiostro piccolo

Un portale elegante, con sculture sia all'esterno dei fratelli Cristoforo e Tommaso Mantegazza e all'esterno di (Giovanni Antonio Amadeo) conduce dalla chiesa al chiostro piccolo, uno degli ambienti più spettacolari della Certosa, al cui centro si trova un elegante giardino. Il chiostro piccolo era il fulcro della vita comunitaria dei padri, collegando con portici ambienti come la chiesa, la sala capitolare, la biblioteca ed il refettorio. Da esso si gode di una stupenda vista del fianco e del transettto della chiesa, con guglie, loggette quasi dal sapore neoromanico e lo spettacolare tiburio. Un tempo tutti i tetti erano ricoperti di rame, sequestrato durante le guerre napoleoniche per costruire cannoni. Gli ornamenti in terracotta sormontanti i sottili pilastri di marmo sono stati eseguiti da Rinaldo de Stauris tra il 1463 e il 1478; alcune delle arcate sono decorate da begli affreschi di Daniele Crespi, oggi in parte illeggibili. Sempre appartenente al complesso è il bellissimo lavabo in pietra e terracotta, con la rappresentazione della scena della Samaritana al Pozzo (terzo quarto del XV secolo).

Il Chiostro grande
Decorazioni simili, opera degli stessi scultori, sono presenti anche nel chiostro grande, lungo circa 125 metri e largo circa 100. Si affiaccino sul chiostro grande le elegantissime celle o casette, abitazioni di 24 monaci, ognuna costituita da tre stanze e un giardino. Di fianco all'ingresso delle celle, siglate da lettere dell'alfabeto, è collocata una piccola apertura entro cui il monaco riceveva il suo pasto giornaliero nei giorni feriali, in cui era prescritta la solitudine. Per i pasti comunitari, ammessi solo nei giorni festivi, ci si riuniva nel refettorio. Le colonne delle arcate, decorate da elegantissime ghiere in cotto, con tondi e statue di santi, profeti ed angeli, sono alternativamente in marmo bianco e marmo rosa di Verona.

1 commento:

marshall ha detto...

Ottima ed esaustiva descrizione della Certosa.