venerdì 25 maggio 2007

il parco lombardo del ticino

Il Parco Lombardo della Valle del Ticino, la cui data di nascita ufficiale è il 9 gennaio 1974, è il più antico parco regionale d'Italia. Il parco è sito interamente in Lombardia ed interessa le province di Milano, Pavia e Varese, in un'area compresa tra il Lago Maggiore ed il Po. Confinante con esso è il Parco Naturale della Valle del Ticino in Piemonte, nato nel 1978.

Il parco Lombardo della Valle del Ticino ha una superficie complessiva pari a 91.140 ettari così suddivisi:
22.000 ettari sono a vocazione naturale, costituiscono gli ultimi lembi della foresta che duemila anni fa copriva quasi totalmente la Pianura Padana.
47.200 ettari sono dedicati alle attività agricole.
21.740 ettari sono urbanizzati.
L'area fluviale misura in linea d'aria oltre 100 km .Le rive sono lunghe oltre 280 km,la popolazione residente è di circa mezzo milione di abitanti. Data l'ampiezza del territorio presenta cinque diverse zone:
La valle incisa dal fiume e gli ambienti a lui legati.
I territori di pianura ricchi d'acqua.
La pianura a nord del Canale Villoresi (Gallarate e zona della brughiera).
La pianura del Castanese irrigata dal canale villoresi
Le prime colline moreniche del Varesotto.

Il Ticino è il fiume che attraversa la pianura lombarda dal Lago Maggiore al Po. Per la gente che ci abita vicino è il fiume azzurro che, scorrendo per secoli nella pianura, ha creato una valle stupenda fatta di boschi e terre fertili, ricca di lavoro e valori culturali. All'inizio la natura ha modellato da sola il paesaggio con ottimi risultati: con il tempo il terreno intorno all'acqua è diventato feritile, il suolo ricco di elementi nutritivi, la vegetazione rigogliosa, la fauna varia e numerosa. Quando l'uomo ha cominciato ad intervenire sul paesaggio, lo ha fatto per far posto a sé stesso e alle proprie attività. Per molto tempo è intervenuto senza rompere gli equilibri naturali e in armonia con l'ambiente. Successivamente macchie sempre più estese di agglomerati urbani, uniti a strade, ponti e ferrovie, hanno aggredito il paesaggio in modo violento e disordinato. Anche la varietà del territorio, che suggeriva impressioni di bellezza e di equilibrio, è stata sostituita dalla monotonia di coltivazioni estese. Un'industrializzazione e un'urbanizzazione senza regole rischiavano di danneggiare irrimediabilmente il ricchissimo patrimonio storico, antropico e naturale della zona. Alle proteste della gente, che cominciava a ribellarsi di fronte allo scempio del Ticino e della sua valle, organizzando movimenti e raccolte di firme, doveva necessariamente seguire una seria ed efficace politica ambientale. È proprio con l'obiettivo di tutelare l'uomo insieme al suo ambiente, che è nata e si è sviluppata l'attività del Parco del Ticino.

Fin dai tempi dei Romani quasi tutti i corsi d'acqua che scendono dalle Alpi sono stati oggetto di ricerca dell'oro. Dagli scritti di Plinio il Vecchio traspare che, già in epoca romana, migliaia di schiavi venissero impiegati nell'estrazione dell'oro nelle zone alluvionali della bassa Gallia (Piemonte e Lombardia occidentale). A testimonianza di ciò, nel territorio di Varallo Pombia, lungo un percorso di quasi due km, si possono osservare enormi cumuli di massi ammonticchiati, resti di antiche miniere d'oro a cielo aperto conosciuti come vie Aureofondine. Oggi la ricerca dell'oro alluvionale è un'attività di tipo naturalistico-amatoriale, non remunerativa ma fonte di emozioni e divertimento.

Gli habitat del parco.
L'uomo ha modificato profondamente il paesaggio della valle del Ticino, tuttavia nel Parco si possono ancora trovare aree non intaccate. Sono inoltre da ammirare micro ambienti vegetali creati artificialmente ricchi di vita, come le marcite o i corsi d'acqua irrigui.

Sui campi, arati e divenuti fertili, si sono seminate colture sempre più in maniera intensiva e specializzata; grano e farro sono stati ben presto sostituiti da mais e riso, da sole queste coltivazioni coprono oggi più dell' 80% della superficie coltivata. Da qualche anno sono arrivati anche i girasoli e la colza che dipingono di giallo le campagne, che in passato erano prerogativa del verde.

La natura del terreno, il clima caldo umido e la ricchezza di acque irrigue sono tra le condizioni fisiche e ambientali che hanno favorito la coltivazione del riso nell'area del vercellese, novarese e Lomellina. Il Ticino, attraverso la rete di canali della sponda piemontese, fornisce parte delle acque che hanno permesso alla risicoltura di diventare l'attività agricola principale del territorio. Molti animali trovano il loro habitat ideale nell'ambiente risicolo: vertebrati, invertebrati, anfibi e uccelli. Queste ultime specie, con rane e aironi, rappresentano le presenze che si notano maggiormente.

L'abbondanza di acqua e la presenza di fontanili ha determinato lo sviluppo delle "marcite", un tipo di prateria stabile irrigua che permette di incrementare il numero dei tagli d'erba fresca, rispetto a quelli dei prati tradizionali. L'acqua di fontana, che ha una temperatura fra 9 e 12 gradi centigradi anche in inverno, viene fatta scorrere sulla coltre erbosa. In questo modo l'erba viene difesa dal gelo e dalla neve e continua a crescere permettendo tagli anche fuori stagione. Le specie vegetali principali sono il trifoglio rosso , l'erba maggenga , ma anche il non ti scordar di me e il crescione.

Il Parco del Ticino è una delle aree della Pianura Padana che presenta un'ampia varietà di animali, comprese alcune specie scomparse altrove.
Mammiferi

Tra i mammiferi si possono osservare volpi,donnole,tassi, puzzole e faine. Dopo una lunga assenza sono ricomparsi alcuni esemplari di caprioli e cinghiali. Nei boschi sono piuttosto diffusi anche lo scoiattolo e il ghiro. Tra le specie molto comuni vi sono anche il coniglio selvatico e la lepre.

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